Ventotene, l’amministrazione comunale si schianta sullo scoglio del bilancio: in arrivo il commissario
“Sento che questa è la volta buona”, aveva detto il sindaco Geppino Assenso a gennaio 2016, in vista dell’arrivo a Ventotene del presidente del Consiglio dei Ministri Matteo Renzi per precisare meglio i termini del progetto di recupero del carcere borbonico di Santo Stefano. “Sento che questa è la volta buona”, pronunciava il primo cittadino di fronte alla possibilità concreta di vedere approdare sull’isola il più grande investimento possibile del Governo per salvare l’imponente patrimonio culturale a beneficio del territorio e della formazione della nuova classe politica europea. L’entusiasmo, l’emozione, il fervore dei preparativi…, il sindaco non stava nella pelle. Assenso, un mese fa, sembrava già indossare la fascia tricolore per la posa della prima pietra, dopo la notizia del mese scorso sullo stanziamento di 70 milioni di euro ufficializzato dal Cipe per il recupero del carcere di Santo Stefano e per la contestuale realizzazione di un centro di formazione per i giovani d’Europa. E invece, se il Governo di Renzi dovesse rispettare la tabella di marcia, non sarà il già due volte sindaco a fare gli onori di casa per il taglio del nastro.
L’amministrazione comunale, infatti, sarà sciolta anticipatamente nei prossimi giorni. La conferma è arrivata oggi dalla giunta municipale. Il Consiglio comunale avrebbe dovuto approvare il bilancio entro e non oltre il 7 giugno 2016 (martedì scorso) è invece non è stato possibile procedere in questo senso. Il documento di previsione per l’esercizio 2016 non ha riscosso il parere positivo dell’organo di revisione e il sindaco e la sua maggioranza, impossibilitati a procedere a una manovra di 220mila euro entro il termine del 7 giugno, non sono andati in Consiglio per deliberare l’atto obbligatorio. Avrebbero potuto anche in difformità al parere del revisore, ma viste le macroscopiche eccezioni sollevate non se la sono sentiti per non incorrere in azioni adombrate in partenza da irregolarità di natura finanziaria. Sgomento sull’isola, ma tant’è. Il clamore della fine anticipata della seconda consiliatura di Geppino Assenso ha fatto il giro dell’Arcipelago delle Isole Pontine, sbarcando sul continente dal porto di Formia. In un’isola dove sono piovuti 70 milioni di euro, il sindaco va a casa per un disavanzo di 220mila euro. Un’assurdità.
Il problema riguarda la mancata copertura delle spese correnti. Due i nodi principali: la casa alloggio per anziani e la cooperative per il servizio di pulizia porti e rade. Nel primo caso la Regione Lazio è passata da un contributo dell’80% delle spese di gestione al 16%; il Comune non sa dove recuperare la differenza, atteso che la struttura non è economicamente sostenibile poiché conta più operatori che ospiti (parliamo nell’ordine di poche unità). Un verità impopolare che l’amministrazione Assenso, evidentemente, non è riuscita a sostenere. Nel secondo caso si tratta di una coop nata a fini occupazionali per lo svolgimento del servizio presso la struttura portuale che è di proprietà della Regine Lazio; anche in questo caso il Comune non è riuscito a far quadrare i conti di fronte al taglio dei contributi regionali, per altro di per sé già altalenanti. Sarebbe bastato ritoccare le aliquote Imu o lasciarle inalterate e procedere ad una verifica sul corretto accatastamento degli immobili per salvare la casa di cura e la coop di servizi… E, invece, a quanto pare non si sarebbe fatto in tempo, non si sarebbe trovata la soluzione idonea… di gradimento politico. Va detto anche che – ci dicono da palazzo – che il bubbone del bilancio è scoppiato solo nel momento in cui è arrivato il pessimo giudizio del revisore. Come a dire che l’amministrazione non sarebbe stata messa al corrente di quella differenza di 220mila euro che impedivano il pareggio. Roba dell’altro mondo. Perché in questo modo l’amministrazione va a casa con il peggiore dei marchi: incapacità gestionale conclamata. Non si tratta di politica. La maggioranza di Assenso è compatta (conta otto voti compreso il sindaco, contro tre dell’opposizione). Ora spetterà al commissario ad acta, che il Prefetto di Latina nominerà quanto prima, approvare il consuntivo 2015 e il bilancio 2016 del Comune di Ventotene. Già perché neanche il consuntivo è stato approvato: a differenza del preventivo 2016, il conto consuntivo ha ricevuto l’ok del revisore, ma Assenso non avrebbe voluto sottoporlo all’esame del Consiglio vista la bocciatura clamorosa del bilancio vero e proprio da parte dello stesso organismo di controllo contabile. Il commissario ad acta, a meno che non tiri fuori qualche asso dalla manica, per far quadrare i conti dovrà procedere con manovre drastiche. Un’ipotesi? La chiusura della casa di cura o il ridimensionamento dei servizi al porto durante il periodo invernale, la verifica sugli immobili. Sull’isola qualcuno dice che l’accatastamento è tutto sballato: nel mirino non solo le abitazioni private, ma anche e soprattutto le strutture alberghiere.
Lo scorso anno è cambiata anche la normativa, motivo per cui dopo la nomina del commissario ad acta per l’approvazione del conto consuntivo e del bilancio di previsione, “il Prefetto procederà – confermano dalla giunta del sindaco Assenso – con lo scioglimento del Consiglio comunale e affiderà l’ente municipale dell’isola ad un commissario straordinario. Si tornerà al voto nel 2017”.
Fonte: Latina Corriere.it, H24 Notizie