Imprenditori e semplici residenti dell’arcipelago pontino sul piede di guerra: i continui disservizi nel trasporto marittimo hanno spinto gli isolani ad inoltrare un esposto-denuncia alla procura di Roma. Tra i problemi segnalati l’assenza di una nave di riserva quando le altre subiscono guasti o sono sottoposte a manutenzione: casi sempre più frequenti vista l’anzianità della flotta. Ad oggi di quattro mezzi ne funzionano solo tre, e nessuna possibilità di avere una nave per le emergenze. Si teme, inoltre, che l’imminente privatizzazione di Laziomar (il bando vale quasi 16 milioni di euro) cui sarebbero interessati soprattutto i grandi armatori, oltre a cancellare gli storici vettori, possa peggiorare ancora più il servizio ed innalzarne i prezzi all’inverosimile.
L’ULTIMO GUASTO – Recita l’esposto: «In questi giorni si perpetua l’ennesimo disservizio da parte della società Laziomar, causa guasto di uno dei due aliscafi, nei confronti delle popolazioni isolane. Si registrano infatti repentini e talvolta improvvisi cambi di orari se non anche soppressione delle corse con gravi disagi per i passeggeri. Per esempio l’anticipo della corsa dell’aliscafo dalle ore 15e 30 alle 14:45 (prolungando oltretutto la tratta via Ponza), senza una adeguata comunicazione e divulgazione di detta variazione, ha già più e più volte causato non pochi disagi a passeggeri che, ignari delle variazioni d’orari apportate, perché semplicemente esposte innanzi alle biglietterie, hanno dovuto aspettare l’indomani mattina per poter finalmente partire alla volta di Ventotene».
SERVIZIO INSUFFICIENTE – Come racconta l’imprenditore ventotenese Daniele Coraggio: «Ad oggi un solo aliscafo copre le due rotte (Formia-Ponza-Ventotene) impegando quasi due ore e trenta quando il mare è calmo. Una nave collega Ponza con Formia e impiega quasi tre ore per percorrere meno di 70 chilometri».
Non va meglio ai ventotenesi che con un solo aliscafo, via Ponza, raggiungono l’isola impiegando più di 2 ore e 30 di navigazione invece che 55 minuti. La Regione Lazio dovrebbe garantire il livello minimo di continuità territoriale per le due sole isole, ma tale servizio non è svolto in maniera ineccepibile.
DIECI MILIONI L’ANNO – «La Laziomar – spiega ancora Coraggio – gode di un trasferimento nazionale di circa 10 milioni di euro annui per la gestione del servizio, e la Regione Lazio elargisce un contributo per il trasporto locale di circa 1 milione di euro. In attesa della privatizzazione, le isole si trovano dinanzi ad un bivio: se ad oggi sussiste il problema di collegamento e la società è interamente a capitale pubblico, quando sarà privatizzata cosa succederà? Chi garantirà la continuità territoriale?».
PRIVATIZZAZIONE, I RITARDI – L’esposto degli isolani ricorda che la delibera sulla privatizzazione risale ormai all’ottobre 2011 ed invita a verificare se «sia regolare la tempistica fin qui messa in atto, perseguendo eventuali omissioni finalizzate al perdurare della gestione Laziomar da parte dell’attuale Cda di esclusiva nomina politica». Questo ritardo «non può e non deve esimere Laziomar Spa, tantomeno la Regione Lazio, attuale proprietaria della società al 100%, dal rispetto dell’obbligo di una nave di riserva che consenta il regolare espletamento del servizio».
LAZIOMAR REPLICA – Laziomar, dal canto suo, dichiara tutta la sua impotenza ed invita ad abbassare i toni, ricordando che le modifiche d’orario comunicate dal 28 febbraio «sono state imposte dall’improvvisa avaria dell’aliscafo “Monte Gargano”. Avaria che ha ridotto da quattro a tre i mezzi utilizzabili. E’ evidente – prosegue la nota – che tale riduzione non consente di tener fermi gli orari precedenti per il periodo necessario a rimettere in efficienza il mezzo». D’altro canto, si giustifica la società, «col trasferimento del ramo di azienda a Laziomar non è pervenuta nessuna quinta nave ‘di riserva’, né di certo la stessa si trova in condizioni economiche che le consentano di acquistarla».
«VI LAMENTATE TROPPO» – Poi chiude: «E’ naturale che il cambiamento di orari abbia comportato qualche, relativo, disagio. Non sembra però, francamente, che sia il caso di enfatizzarlo oltre misura, come è accaduto, visto che la Società ha fatto e continua a fare ogni sforzo per mantenere, in un quadro notoriamente difficile, l’efficienza dei collegamenti e dei mezzi». Come dire: cari isolani, vi lamentate troppo.
basta con questi disservizi si indaghi PECORONI!!!!