Un abuso con le carte in regola, o come dice lui, un sequestro incomprensibile. È una vicenda dai contorni sfocati quella di cui è protagonista l’ antiquario romano Antonio Pettini. Gli uomini del Nipaf, il nucleo investigativo della forestale, sono arrivati in elicottero a Ventotene per apporre i sigilli alla sua abitazione e alla grotta ipogea che, sottoterra, corre per trenta metri e poi buca la falesia. Tre finestre sul mare, un posto da favola. Nel provvedimento di sequestro firmato dal pm Giuseppe Miliano si ipotizzano la violazione dei vincoli paesaggistici, il cambio di destinazione d’ uso e l’ abuso edilizio. Ma al Comune di Ventotene assicurano che le carte sono a posto. E soprattutto, Pettini mostra pile di foto e documenti chiarissimi. Ci sono le autorizzazioni, prima di tutto. Firmate da Regione, Comune, Soprintendenza, Riserva Marina. «I lavori eseguiti nell’ abitazione e nella grotta – spiega l’ antiquario – non hanno aumentato di un centimetro la cubatura. Non ci sono tramezzi né niente. E quelle feritoie esistono da quarant’ anni». Pettini ha acquistato la casetta rosa, come la chiamano, nel 2004, insieme a una parte della grotta. Nel 2007 ha acquistato l’ ultima porzione. Poi il lungo iter delle autorizzazioni e dei lavori. «Ma ho dovuto penare, ho pure presentato due ricorsi al Tar per sbloccare la pratica. E li ho vinti». Le carte, si diceva. Singolare quella rilasciata dal Corpo Forestale nel settembre 2009. «Lavori autorizzati. E conformi al progetto». A inizio 2010 la Procura però fa eseguire una perizia e il 16 febbraio chiude l’ indagine. Poi per oltre un anno non succede niente fino a sabato scorso, il giorno del sequestro.
Fonte: Corriere della Sera