Poco è cambiato sulla spiaggia di Cala Rossano sebbene sia trascorso un anno da quella mattina del 20 aprile in cui morirono Francesca Colonnello e Sara Panuccio le due studentesse romane di 14 anni morte dopo essere state travolte da alcuni blocchi di tufo sull’isola di Ventotene, mentre erano in gita con la scuola.
Il luogo della tragedia è ancora sotto sequestro, l’inchiesta sta per concludersi e dai dieci indagati iniziali per duplice omicidio e lesioni gravi si è arrivati a sei: ci sono l’attuale sindaco di Ventotene, il suo predecessore, il capo dell’ufficio tecnico, ex capo del Genio civile di Latina e il responsabile dei bacini del Lazio.
Nelle prossime settimane si saprà se e quanti saranno i rinvii a giudizio. Anche se a febbraio sulla base del piano di assetto idrogeologico pubblicato sul bollettino ufficiale della Regione Lazio, tutta l’isola è stata classificata con il massimo rischio, cioè «R4», i lavori – ancora in corso e la cui conclusione è prevista prima dell’estate – sono stati eseguiti soltanto a Cala Nave.
«Si è vero in un anno abbiamo messo in sicurezza – ammette il sindaco Giuseppe Assenso – soltanto Cala Nava, praticamente una settantina di metri grazie ai fondi del Ministero dell’Ambiente e della Regione Lazio. Giovedì prossimo incontrerò il presidente della Regione Polverini, ho chiesto io l’incontro, per fare il punto della situazione». Sì perché chi andrà in vacanza a Ventotene non troverà altre spiagge messe in sicurezza e il rischio frane continua ad esserci su tutta l’isola. L’ultimo crollo si è verificato ai primi di aprile a Cala Battaglia, senza provocare feriti. «Dopo la tragedia il turismo estivo – precisa il sindaco – non sembra averne risentito, ma la gite scolastiche rispetto all’anno scorso hanno avuto un crollo del 60 ed anche del 70%».
Da mesi a Ventotene infuria la polemica perché a poca distanza da luogo della tragedia l’amministrazione vuole far partire un tunnel sotterraneo di 300 metri che collegherà il porto al campo sportivo con un costo previsto di oltre sei milioni di euro. «Questa strada sta alzando un polverone se continua così non si farà mai. Bisogna precisare che il nostro obiettivo – sostiene il sindaco – è mettere prima in sicurezza tutta l’isola e poi fare questa strada. Abbiamo soltanto avviato l’iter poi si vedrà la tipologia». Oltre gli ambientalisti il più fervido oppositore del tunnel sotterraneo è Bruno Panuccio, padre di una delle ragazze uccise dalla frana che lo definisce un «progetto assurdo». «Spendere sei milioni di euro per un tunnel di 300 metri per un’isola di un chilometro e mezzo quadrato per favorire l’arrivo delle auto – dice il padre di Sara – è una follia dal punto di vista economico, ambientale e della sicurezza visto che l’isola è franosa».
Domani alle 11.30 all’ora della tragedia, a Ventotene sarà celebrata una messa e poi l’amministrazione comunale con gli studenti dell’istituto Spinelli di Ventotene deporranno un corona dove sono morte le ragazze. Ma le famiglie non ci saranno. Perchè al dolore della morte si aggiunge il fastidio, se non la rabbia: «chi ha portato all’incuria Ventotene continua ad amministrare; chi ha fatto atti concreti contro la sicurezza dei cittadini, ed è attualmente indagato, continua ad amministrare fondi pubblici. E soprattutto nessuno grida allo scandalo e ferma tutto questo», dice Bruno Panuccio.
Fonte: Latina 24Ore