Contestato progetto viario: dopo il Comitato del no si leva la voce del genitore di Sara, morta a Cala Rossano
VENTOTENE – Trecento metri di lunghezza per 6,4 di larghezza: un tunnel scavato nel tufo per convogliare le vetture dal porto romano – passaggio obbligatorio – sino al campo sportivo. E’ questo il progetto approvato dal consiglio comunale di Ventotene per realizzare una nuova strada il cui costo si aggira intorno ai 6 milioni di euro.
Molto più alto pare essere il costo ambientale rispetto a quello puramente economico. E sul controverso progetto aleggia l’ombra di un grave lutto: quello legato al crollo di Cala Rossano, nell’aprile 2010, in cui morirono due studentesse romane quattordicenni. La grave situazione di dissesto idrogeologico dell’isola preoccupa molti, non ultimo il padre di una delle vittime.
Progetto Controverso – Per molti un’opera indispensabile per salvare il porto romano e decongestionare l’isola dal traffico, che a luglio e agosto diventa insostenibile per il continuo afflusso di turisti. Per altri una follia che non vedrà mai la luce. Anche se, chi si dice contrario a questa opera, non esclude di fatto la necessità di realizzare un’altra via d’accesso al paese.
Il Percorso – La nuova galleria, che vedrà il suo ingresso tra il ristorante «L’Aragosta» e il pontile gestito da Modesto Sportiello, eviterà il passaggio di mezzi al porto mentre il traffico sarà convogliato nella periferia, vale a dire nella zona del campo sportivo e Via Parata Grande. La nuova strada sbucherebbe poco fuori dal paese, che come noto si poggia su una formazione tufacea che ha una superficie di un chilometro e mezzo quadrato. L’imbocco della strada sarebbe a due passi da Cala Rossano, l’area il cui crollo causò la morte di due ragazze in gita, Sara Panuccio e Francesca Colonnello, nell’aprile del 2010.
Il Papà di Sara – E da quando si è diffusa la notizia, Bruno Panuccio – il padre di Sara, una delle due studentesse morte sull’isola per il crollo di cala Rossano – ha iniziato l’ennesima battaglia. La sua denuncia è riportata dal quotidiano ecologista TerraNews: «Ventotene è il più piccolo Comune dell’Italia centrale con i suoi 1,5 chilometri quadrati di territorio, e la quasi totalità dell’isola è interdetta a causa della franosità. Ma allora a cosa serve un tunnel? Bisogna fermare questo scempio». Bruno Panuccio non si arrende. E insiste: «La recente approvazione, da parte del Consiglio comunale, del progetto di realizzare un tunnel di circa 300 metri per collegare il porto al centro del paese è una follia. In tutte le piccole isole del Mediterraneo vige il divieto di introdurre automobili, se non con permessi limitati a veicoli per disabili, eccetera. Qui invece il sindaco Giuseppe Assenso ha motivato le ragioni di tale opera nel venire incontro alla richiesta dei turisti che, secondo lui, necessitano del loro personale mezzo di trasporto. La speranza, ora, è che si riesca a fermare questo progetto».
Ecologia contro Cantieri – Un progetto peraltro in contrasto con gli investimenti per la mobilità ecologica che avevano portato sull’isola, soltanto due anni fa, iprimi furgoncini a trazione elettrica finanziati dalla regione Lazio. «L’isola, in questo modo, si candida a divenire un modello di riferimento per l’attuazione di politiche di sostenibilità a livello regionale e nazionale», aveva commentato l’assessore regionale all’Ambiente Filiberto Zaratti. Ma tant’è. Sull’isola che si sgretola (contro il dissesto dell’arcipelago ponziano la Regione ha stanziato 12 milioni, ndr), dove i divieti e le transenne della scorsa stagione sono un incubo non ancora svanito, l’amministrazione conta di realizzare un mega tunnel che fa discutere. «Non si realizzerà mai – dice l’imprenditore Pietro Pennacchio. Un cantiere per un’opera simile bloccherebbe l’isola per chissà quanto tempo…». Approccio pragmatico, per usare un eufemismo. Così tanto che la controprosta è quella di un’altra strada «di soli cento metri lineari – prosegue Pennacchio – dove il tunnel di circa 50 metri seguirebbe il percorso di una grotta naturale che andrebbe solo consolidata. Il progetto esisterebbe pure, ma fu abbandonato per la caduta di una precedente amministrazione».
Quelli del No – Ma tra gli amanti di Ventotene così com’è, è scoppiata una specie di rivolta, animata dal tam tam che sui social network è stato acceso dall’imprenditrice Anna Impagliazzo e dal suo sito «Amo Ventotene». Su Facebook si legge una sola parola: no. Contrari al tunnel, macchine solo ai residenti, anzi, proprio per nessuno. Magari un ritorno all’asinello che si arrampica sui viottoli dell’isola di Giulia. Appello fatto proprio, a livello istituzionale, dai Verdi della Regione Lazio. Il capogruppo Angelo Bonelli ha già inoltrato un’interrogazione agli organi competenti per chiedere lumi sulla legittimità del progetto.
Emissioni Zero? – Mentre il presidente dei Verdi del Lazio Nando Bonessio chiede al Comune di Ventotene di poter accedere ai documenti relativi al progetto (ricordiamo che ora si dovranno riunire una pletora di enti in conferenza dei servizi per valutarlo), rilancia l’idea di una isola a zero emissioni. «Che fine hanno fatto i finanziamenti europei per l’autosufficienza energetica, per eliminare le auto inquinanti a favore di quelle elettriche?», si chiede ancora Bonessio. «Occorre ristabilire al più presto un legame con l’Europa per recuperare risorse, e puntare ad un’isola che sfrutti la propria risorsa ambientale per un turismo unico nel suo genere. Di sfruttamento commerciale, nelle isole del Mediterrano, ce n’è fin troppo».
Fonte: Corriere della Sera