Sono passati oltre sei mesi dal tragico crollo dello scorso 20 aprile a Ventotene che è costato la vita a Sara Panuccio e Francesca Colonnello, due giovanissime studentesse romane in gita scolastica sull’isola, e al grave ferimento della loro compagna Athena Raco.
La Procura di Latina ha aperto un’inchiesta per omicidio colposo plurimo e lesioni gravissime iscrivendo nel registro degli indagati dieci persone tra cui il sindaco isolano Giuseppe Assenso, che continua a parlare di fatalità, il responsabile dell’ufficio tecnico comunale, il precedente sindaco e sette funzionari della Regione Lazio.
Contro di loro, sulla base degli elementi acquisiti dai carabinieri durante le indagini, sono emerse gravissime inadempienze ed omissioni riguardanti il controllo e la gestione del territorio, e l’incolumità pubblica.
Per giorni stampa e televisione si sono occupati della vicenda, il governatore del Lazio Polverini ed il ministro dell’ambiente Prestigiacomo hanno subito trovato 120 milioni di euro per la messa in sicurezza del territorio, il sindaco di Roma Alemanno ha giurato ai genitori delle ragazzine morte che vigilerà affinché chi è colpevole paghi, il sostituto procuratore titolare dell’indagine Vincenzo Saveriano ha garantito tempi brevissimi per l’inchiesta, eppure… ad oggi tutto è ancora fermo.
Le perizie geologiche della magistratura e delle parti sono state consegnate da tempo, le proroghe concesse dai magistrati per ulteriori perizie tecniche sono scadute, ma… non accade nulla. Nel frattempo a Ventotene si sono dati da fare: l’isola è stata ricoperta di reti, pali di ferro, cartelli di pericolo.
Dalla Regione Lazio sono arrivati 6, 4 milioni di euro affidati direttamente al sindaco (per nulla intenzionato a dimettersi, sebbene indagato) per la messa in sicurezza dell’isola secondo un programma che nessuno ha verificato, visto il regime di calamità concesso dalla Regione stessa. La stagione estiva si è salvata e la festa della santa patronale si è conclusa felicemente. Contemporaneamente dai giornali è emerso un quadro molto nebuloso e poco trasparente sulle modalità di amministrazione della giunta comunale ventotenese, soprattutto per quanto riguarda l’utilizzo dei fondi pubblici.
A questo punto è allora lecito domandare ai magistrati Vincenzo Saveriano e Nunzia d’Elia: a che punto è l’inchiesta? Quanto c’è ancora da aspettare per sapere se ci sono colpe per la morte di due giovanissime bambine innocenti? E perché nessuno vigila sulla chiacchierata e fumosa gestione amministrativa dei fondi per la messa in sicurezza dell’isola?
Francesco Forte
Fonte: Il Messaggero, La Stampa
Putroppo nella civiltà dei media anche le tragedie umane diventano solo spettacolo.
Si spengono i riflettori e senza luce ogni cosa non è più vista.
Ma chi chiede giustizia e verità non dimentica, la luce della ragione, quella della vera civiltà ,non molla.
L’Italia dei valori e della giustizia,di quelli che lavorano, di quelli che pagano le tasse,di quelli che con impegno d’amore crescono i figli chiede a gran voce una condanna per quanto è successo in quel tragico aprile 2010!
E ancora controllo per i fondi, i tanti fondi arrivati anche in passato,sono i soldi degli Italiani onesti!
Basta rubare e sperperare i soldi della collettività!