Associazione a delinquere, concussione, truffa ai danni dello Stato, falso, abuso d’ufficio: queste alcune delle accuse che hanno portato oggi all’alba all’arresto del presidente del Parco delle 5 Terre, del sindaco di Riomaggiore, del comandante della polizia locale e del capo dell’ufficio tecnico.
La magistratura ligure colpisce molto duramente i vertici di uno dei parchi naturali considerati tra i meglio gestiti d’Italia.
E un po’ più in giù?
Ventotene (LT) è anch’essa un area protetta dal 1997. Il presidente del parco, nonché sindaco, si è però guardato bene dal dotarsi di un ente efficiente, anzi… manca proprio l’ente!
In tredici anni l’unico personale del parco è stato il direttore, regolarmente cambiato ogni 10/12 mesi con lunghi periodi di vacatio tra uno e l’altro. Per non parlare degli organi e degli strumenti di gestione basilari previsti dalla legge, quali la Commissione del parco e i Regolamenti, sia a terra che in mare (Ventotene é riserva terrestre e area marina protetta): mai attuati! E non per mancanza di fondi: ad oggi sono stati spesi quasi 5 milioni di euro del Ministero dell’Ambiente, ma per far cosa nessuno lo sa.
Il parco è uno dei luoghi d’Italia a maggior tasso di abusivismo edilizio (due case su tre non risultano accatastate), dove il cemento la fa da padrone su un territorio minuscolo (1,2 Kmq) e dove la morte recente di due bambine in gita scolastica a causa del crollo di un costone è l’epilogo tragico del dissesto ambientale.
Il tutto con buona pace della polizia municipale, che non controlla, e dell’ufficio tecnico comunale, che autorizza di tutto.
Dopo gli arresti odierni il sindaco e presidente del parco, il comandante della polizia municipale e il capo dell’ufficio tecnico di Ventotene potranno ancora dormire sonni tranquilli? O forse saranno disturbati da un fastidioso ed incombente suono: un doveroso tintinnare di manette?
Fonte: Golfo News