I bambini giocano all’ombra dei costoni più fragili e le segnalazioni di pericolo sono snobbate dai più
Un’inchiesta del quotidiano ambientalista «Terra» torna a parlare dei rischi ancora presenti sull’isola di Ventotene a due mesi di distanza dalla morte di Sara Colonnello e Francesca Panuccio, le studentesse romane colpite da un blocco di tufo precipitato a Cala Rossano. La perla del Tirreno è così ancora nel mirino a stagione inoltrata, quando sarebbe impossibile concentrare tutti i bagnanti su Cala Nave, l’unica spiaggia fruibile senza interdizioni, aperta per l’80%. A Ventotene, dopo il classico periplo in barca, si prende il sole dove capita: all’ombra dei costoni più fragili giocano i bambini, le segnalazioni di pericolo vengono snobbate dai più: la lezione di due mesi fa sembra non aver insegnato nulla ai turisti. Ma il sindaco promette battaglia a quanti non rispetteranno i divieti, a suon di cartelloni e transenne.
Senza Controllo – La tesi di «Terra» è che a Ventotene, seppur disseminata di divieti, non sia facile far rispettare le ordinanze vigenti. Dopo un sopralluogo sull’isola, si sostiene che «i pericoli di crolli dei costoni tufacei sono ancora elevati. L’accesso alle zone ritenute più pericolose spesso non è inibito, i controlli sono scarsi ed addirittura c’è chi cammina sotto i costoni a rischio di frana». In particolare, rileva la pubblicazione, «Cala Rossano è recintata solo per la parte di spiaggia dove avvenne il crollo – scrive il quotidiano – perchè sotto sequestro giudiziario, ma non è stato interdetto l’accesso al tratto di mare sottostante i costoni dove vi è pericolo di caduta (riconosciuto dalla stessa Autorità di Bacino) di massi rocciosi. A pochi metri dal costone a nord della spiaggia, – riferisce ancora Terra – vi sono pareti verticali e varie grotte scavate dall’erosione marina con grossi blocchi già crollati in passato dove non vi è recinzione e dove i bagnanti possono accedere».
Il Sindaco: Transenniamo – «Quanto scritto è in parte vero – ammette il sindaco Geppino Assenso – e l’ho notato anche io. Ma stiamo lavorando come non mai per rendere ancora più evidenti le aree pericolose con apposite segnalazioni. Martedì – annuncia il primo cittadino – una ditta specializzata (arriva direttamente da L’Aquila) scaricherà sull’isola tutti gli strumenti idonei all’interdizione delle zone a rischio: parliamo di cartellonistica, di transenne, di tutto ciò che può e deve essere visibile agli occhi dei bagnanti. Certo – dice – se qualcuno scavalca non posso farci nulla. Ma ripeto, stiamo facendo di tutto: abbiamo aggiornato le aree a rischio con i nostri tecnici e quelli dell’Autorità di bacino, lavoreremo giorno e notte per mettere in sicurezza il porto romano. Ora non resta che il buon senso dei turisti. Che peraltro continuano ad amare l’isola come dimostra il “tutto esaurito” di questo week end».
Fonte: Corriere della Sera