I periti sono al lavoro. Si vuole capire se potevano esserci o meno “avvisaglie” di crollo a Cala Rossano e se la tragedia nella quale hanno perso la vita Sara Panuccio e Francesca Colonnello in gita scolastica, il 20 aprile, poteva essere evitata. Dal primo momento si è sempre sostenuto che se c’era un posto sicuro quello era Cala Rossano. Con il piano di assetto idrogeologico (Pai) in mano il sindaco, Giuseppe Assenso, ha riferito che quell’area non era interdetta. Adesso, però, spunta una foto del 2005 dove si vede chiaramente che il tratto dove le ragazze sono morte travolte da un pezzo di tufo e altri due studenti romani sono rimasti feriti – una delle quali in modo serio – era chiuso. Un’immagine che tornerà utile nell’inchiesta della Procura di Latina, pubblicata nel libro di Folco Quilici e Luca Tamagnini dedicato proprio a Ventotene per i tipi di Photoatlante editore. Ma negli archivi dei carabinieri – prima ancora che in quelli dei giornali – così come negli atti del Comune di Ventotene e del Genio civile di LAtina ci sono anche i precedenti riferiti a Cala Rossano. Basterà dire che l’ultimo “Pai” dava quella zona per sicura? Chissà, certo non servirà mai perché i genitori di Sara e Francesca, gli amici sconvolti, possano mai farsi una ragione dell’accaduto. Nel libro si vede chiaramente come la zona dove sono morte le due ragazze fosse all’epoca interdetta all’accesso. Pali di legno, una rete metallica, cartelli che indicavano la pericolosità dell’area. Cosa è cambiato da allora in poi? Dovranno spiegarlo i tecnici, compresi quelli che figurano tra i dieci indagati sui quali la Procura di Latina ha concentrato la sua attenzione. Nel 2004, a giugno, si sono svolti dei lavori di restauro della parete che nei mesi precedenti aveva subito un crollo. Un episodio che aveva generato addirittura la preoccupazione che potesse essere messa in pericolo la stabilità della strada sovrastante. Quella rimasta tranquillamente aperta in tutti questi anni, anche perché furono svolti lavori di consolidamento del tratto di parete interessato dal crollo. Ma prima ancora, il 18 aprile del 2001, una conferenza dei servizi relativa al ripristino delle coste isolane aveva preso atto delle «numerose frane di parte delle pareti rocciose». Venne stabilito anche un intervento sulla parete della spiaggia di Cala Rossano dove si era registrata già una frana. Era pericolosa, allora, solo che per il “Pai” poteva andar bene così. E quello che non è stato fatto in questi anni si cercherà di “recuperare” adesso. Il consiglio comunale ha approvato i 18 interventi previsti per 6 milioni di euro, necessari al consolidamento delle “pareti”. Intanto domani Confcommercio sarà a Ventotene «in considerazione del perdurare delle criticità economiche e logistiche che coinvolgono le isole pontine». Sull’isola della tragedia le spiagge restano chiuse, esclusa Cala Nave. Al punto che gli operatori si stanno organizzando con gite in barca e visite guidate. Ma resta quell’immagine del 2005 con il carico di dubbi su una zona che, a questo punto erroneamente, veniva considerata sicura.
Fonte: Il Messaggero (ed. Latina)