Il primo cittadino dell’isola del Manifesto fu eletto un anno fa con un programma europeista e favorevole all’integrazione. “Accogliamo gli stranieri e ripopoliamo il paese”, era il messaggio. Ora ammette: “Purtroppo sta cadendo il tabù del razzismo”. E invita Salvini, con una sfida
Tradurre il Manifesto di Ventotene nelle lingue africane più diffuse. MettereThomas Sankara, il leader rivoluzionario burkinabè, nello stesso Pantheon di Spinelli, Rossi e Colorni. Anche se soffia un vento molto diverso, antieuropeista, anti-migranti, anti-apertura, il sindaco dell’isola pontina tiene la rotta che lo portò alla vittoria un anno fa. In totale controtendenza si presentò ai suoi concittadini con un programma che recitava così: teniamo alta la bandiera dell’Europa di cui siamo levatrice, accogliamo gli stranieri perchè ne hanno bisogno loro e ne abbiamo bisogno noi. Ventotene dev’essere ripopolata. Sono rimasti 650 abitanti e pochissimi bambini. La brutta notizia è che la scuola media quest’anno chiude. Iscrizioni registrare finora: zero. Non ci sono più speranze.
Eppure Santomauro va avanti. “Un anno dopo anche qui è arrivato il vento di destra. Ventotene non è diversa da altri luoghi d’Italia. Se prima qualche pensiero xenofobo rimaneva privato adesso ne parlano in piazza. Non è razzismo ma sono cambiati i toni. È caduto un tabù”.
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In queste ora la comunità ventotenese vive il momento del lutto. Domenica è morto Antonio Franzini, tipografo di Formia, grande animatore della Onlus “Per l’Europa di Ventotene”. Quando due anni sull’isola Matteo Renzi organizzò un trilaterale con Hollande e Merkel, Franzini fece recapitare ai leader una copia speciale del Manifesto su carta pregiata e un disegno particolare. L’isola vive di turismo, di agricoltura e nient’altro. Ma le piace ricordare il posto che occupa nella storia. Vuole accogliere, vuole essere aperta. “Da mesi due famiglie siriane ospitate a Cassino aspettano di essere trasferite qui. Sarebbe una festa. Ma i centri di smistamento hanno finito le risorse”, dice Santomauro. Ma i cittadini li vogliono ancora? “Certo. Non possiamo cedere. Però è verissimo che noi dobbiamo occuparci anche del progresso e dello sviluppo dell’Africa. Non dobbiamo lasciare alla destra l’idea dell’aiutiamoli a casa loro”. Il sindaco invita Salvini a Ventotene. “Possiamo parlarne con lui. Ha ragione, in Africa serve lo sviluppo. Ma la smetta di prendersela con i deboli. Faccia il forte con i forti. Con le multinazionali, con le lobby delle armi. Sono loro che affamano quei popoli, sono loro le cause dell’immigrazione”.
Fonte: La Repubblica