L’OTUC, Organismo Tutela Utenti e Consumatori dell’ATO 4 Lazio sud commenta il braccio di ferro tra il Comune di Ventotene ed Acqualatina relativo all’installazione sull’isola del dissalatore.
L’installazione – si legge in una nota – è stata decisa con la sottoscrizione di un protocollo d’intesa tra Regione Lazio, Comune di Ventotene, STO Ato4 e Acqualatina in data 01/10/2015. Il protocollo ha definito gli impegni per tutte le parti in causa nell’ottica di sostituire il trasporto d’acqua con le navi, procedura estremamente costosa e non sempre realizzabile in presenza di mare mosso, con un sistema idrico autosufficiente.
L’Amministrazione Comunale recentemente eletta ha invece emesso due ordinanze con le quali vieta al gestore del Servizio Idrico di continuare le opere e, quindi, impedisce di fatto l’installazione del dissalatore. Entrambe le ordinanze sono state impugnate dal gestore Acqualatina dinanzi al TAR Lazio, che ha emesso altrettanti provvedimenti cautelari, sospendendo sia l’ordinanza comunale del 24 giugno che quella del 19 luglio scorsi autorizzando di conseguenza Acqualatina a proseguire i lavori.
Le associazioni dei consumatori O.T.U.C., non possono rimarcare che tutto ciò ha comportato e comporterà un notevole aggravio dei costi in genere causati dal trascorrere del tempo di utilizzo della nave cisterna, la cui acqua ha un costo di euro 14,00 al mc, anziché 3 al mc con il dissalatore, nonché ai costi derivanti dalla controversia in corso. Il Presidente OTUC Villano ha chiaramente affermato che i costi non potranno gravare sui cittadini dell’ATO4.
In conseguenza l’OTUC diffida la STO dell’ATO4 a vigilare affinché tutti i costi derivanti dalla controversia in atto, nonché i maggiori costi per la fornitura dell’acqua potabile nel comune di Ventotene, non vengano caricati nelle bollette, ma bensì vengano posti a carico dell’Amministrazione Comunale di Ventotene stessa, singolarmente individuati, conclude l’OTUC.
L’ATTACCO DEL DEPUTATO PD. «Il Paese è immerso dentro una crisi idrica eccezionale e il sindaco di Ventotene impedisce la realizzazione di un dissalatore che permetta all’isola di avere una autonomia idrica e alla Regione Lazio di risparmiare circa due milioni di euro l’anno per il trasporto dell’acqua potabile con navi cisterna». Lo dichiara in una nota il deputato Pd, Renzo Carella, componente della commissione Finanze di Montecitorio. «La Regione – prosegue la nota – ha favorito la realizzazione di impianti di dissalazione nelle isole pontine di Ventotene e Ponza ma gli attuali amministratori di Ventotene dicono di no, hanno fatto un ricorso al TAR per bloccare tali opere e il TAR gli ha dato torto su tutta la linea. Ieri il Sindaco ha reiterato l’ordinanza dicendo che non si possono fare i lavori durante l’estate. Mi pare questo un comportamento irresponsabile perché se non avesse fatto il primo ricorso rigettato dal TAR il dissalatore sarebbe già in funzione e la Regione, che sarà chiamata in causa da Acqua Latina, dovrà sostenere le spese per l’approvvigionamento. Spero che qualcuno chiami a rispondere dei danni provocati alla collettività che tale comportamento determina».
Fonte: Latina24Ore
Ora con i coupon di Groupon una pulizia dentale costa circa 20€…quindi credo ciò abbia
abbassato i prezzi…
SI ALL’IMPIANTO, MA CHE SIA PUBBLICO – Sull’isola c’è la consapevolezza di dover cambiare strategia sulle risorse idriche, ma le scelte del Comune (destinato a scomparire con i tagli della manovra anti-crisi) non piacciono. Tra i contestatori, c’è Daniele Coraggio, uno dei giovani ristoratori locali, che afferma: «I ventotenesi vogliono il dissalatore, costerebbe molto meno alla collettività. Ma non ci interessa, se non si tratta di un progetto condiviso con i cittadini, e soprattutto se lo si vuole fare realizzare ad Acqualatina. Ci sembra un controsenso a poche settimane dal referendum per l’acqua pubblica». L’isola – dice Coraggio – è stanca dei disagi nei trasporti per l’approvvigionamento idrico, «ma per il dissalatore vogliamo procedure trasparenti, una gara ad esempio». Sempre che il progetto vada in porto.
REGIONE, SOLDI A PERDERE – La storia dei dissalatori è antica: Ventotene ne ebbe uno, funzionante, ben 40 anni fa. Ma all’epoca gli isolani non concepivano di usare l’acqua del mare depurata e alla fine il dissalatore venne smontato e trasferito in un villaggio turistico in Puglia (dove ancora funziona). Nel 2006, poi, come da convenzione tra gestore privato e Comune, nuovi dissalatori sarebbero dovuti entrare in funzione sul’isola. Se entro quella data non fossero stati costruiti, Acqualatina avrebbe dovuto accollarsi l’onere di trasportare l’acqua sulle isole. Ma nonostante il mancato rispetto dell’accordo, è stata la Regione ad abbonare ogni partita, coprendo in toto le spese di approvvigionamento.
Michele Marangon
16 agosto 2011 – Corriere della Sera
Caro Nipote,
potresti chiedere lumi al preg.mo ed eccell.mo onorevole Carella, il quale cerca di “camuffare” le sue accuse (della mancata installazione del dissalatore nella Riserva Marina Statale di Ventotene) sui futuri risparmi monetari per la Regione Lazio (??). Ma di cosa stiamo parlando? Di salute pubblica? Cerco che no!
Allora, se vogliamo parlare di risparmio per 2 milioni di euro/anno alla Regione Lazio,
chiedo all’onorevole Carella, quando Acqualatina ha indetto la gara di appalto pubblico per acquistare questi famosi dissalatori da installare a Ponza, a Ventotene e a Formia? Quando Acqualatina ha indetto la gara di appalto pubblico per l’esecuzione lavori? Mi sembra strano che il nostro onorevole Carella ed i Giudici del TAR Lazio disconoscano l’attuale normativa che prevede, anche in questo caso, che il committente, pur essendo, formalmente, un soggetto privatistico, sia tenuto, ai sensi di legge, a seguire le procedure ad evidenza pubblica ai fini dell’assegnazione dell’appalto e concluda, pertanto, contratti rientranti nel campo oggettivo di applicazione della normativa ad evidenza pubblica dettata dal c.d. “codice appalti pubblici” (vale a dire il D.lgs. nR. 163/2006), nonchè dal relativo regolamento di esecuzione ed attuazione (cfr. D.P.R. nR. 207/2010).
Onorevole Carella, perchè non ci illumina con cognizione di causa e con documenti alla mano al fine di derimere dalle nostre menti, i sospetti che anche lei non è il consueto politico che fa la solita retorica politesca?
Caro zio vorrei chiederti uno studio sui tumori e sui metalli pesanti sugli idrocarburi ecc ecc è stato fatto? Penso di no ma se dovessero capitare la regione ci darà l’invalidità e accompagnamento ? .
Da libero cittadino Ventotenese, vorrei chiedere sia all’eccellentissimo deputato Carella, sia agli onorevoli giudici del TAR, come sia possibile che un dissalatore (che capta l’acqua di mare proprio dall’imboccatura di un porto dove transitano navi, aliscafi, yacht, ecc. ecc..) possa produrre acqua potabile idonea all’alimentazione umana, quando, per effetto di osmosi, viene eliminata solo e soltanto il sale dall’acqua e non le altre sostanze nocive (per l’organismo umano) che sono presenti anche per natura proprio in quel tratto di mare di Ponza-Ventotene-Ischia (a riguardo vgs. le conclusioni del Convegno “Grado di inquinamento naturale di acque e suoli in Italia” – Roma 20 marzo 2015 – Accademia Nazionale dei Lincei in occasione della XV Giornata Mondiale dell’Acqua).
Si pensa solo a far risparmiare per la Regione Lazio solo i 2 milioni di euro/anno, mentre per la salute pubblica dell’Isola di Ventotene cosa si pensa di fare mentre sgorga dai rubinetti acqua di dubbia provenienza?
Complimenti Onorevole Carella, lei pensa soltanto di tutelare le casse della Regione Lazio e non la salute dei cittadini ventotenesi.