Unga bunga, unga bunga, unga bunga.
Bunga bunga, bunga bunga, bunga bunga…
Comincia, dopo l’elezione,
che vede re Geppino vincitore,
la lunga notte dei festeggiamenti,
dove tutti sembrano contenti.
Ma attenzione che, a ben guardare,
qualcuno sembra sia rimasto male.
Finendo, coraggioso, ma a parole,
ripagato con lo sputtanamento generale.
Ahi povero ragazzo sfortunato,
gli altarini alla fin t’hanno svelato.
Non paghi di donnine ed attricette,
la tua reputazione han fatta a fette.
Povera banderuol, che vuol virare,
solo dove ristagna il puzzo del potere.
Fonte: TeleFree
pero’ di cose macabre se ne vedono al porto romano: si proprio da sopra dove s.claus sta’ fscendo i lavori, di giorno da quelle fessure escono certi biscioni!ke le chiamano murene! poi di notte certi backerozzi… con certe antenne!li chiamano gamberoni!poi sempre di notte sgoiattolano certe pandegane!il tutto finisce FRITTO!LA SOTTO!
Se invece di sputar cazzate al vento,
piangendo sul mancato ribaltamento,
faceste un bell’esame di coscienza
la tanto sbandierata (in) sofferenza
rispetto al risultato di questa elezione
che sembra generare tanta agitazione,
di sicuro l’amaro lascerebbe
in chi – ahimé -giammai vorrebbe
vedere il proprio nome e quanto chiese
per vendere il suo voto ed ora le offese.
Il popolo è sovrano e lo si sa il potere logora chi non ce l’ha.
E basta con ‘ sti pianti falsi e bugiardi,
ad essere onesti non è mai troppo tardi.
Fatti noi fummo a viver come bruti
se il popolo tentenna e non mostra gli attributi
scegliendo a parole il disprezzo,
ma nei fatti la viltà a cui è avvezzo
nella speranza sporca
che nonostante il naso storca
sotto sotto e in fin dei conti
sia conveniente ad essere bifronti.