Niente tunnel per Ventotene. Il progetto voluto dal sindaco Giuseppe Assenso, per ridisegnare la viabilità dell’isola, non si può fare. Il no secco è arrivato qualche settimana fa dal Comitato Tecnico Regionale. E ora Ventotene rischia di vedere sfumato, insieme al “tunnel dei desideri”, anche il maxi finanziamento di 6 milioni di euro che la Regione Lazio le aveva messo a disposizione alla fine del 2009. I tempi tecnici per l’utilizzo delle risorse sono scaduti. E la questione finisce in mano al presidente della Regione Lazio, Nicola Zingaretti. Sarà lui a dire se confermare o meno quel finanziamento. Certo il progetto è tutto da rifare.
La vicenda è delicata. Legata alla storia del tunnel, infatti, c’è il problema serio della messa in sicurezza di un tratto di costa, uno dei requisiti fondamentali richiesti dalla Regione nel 2010, in seguito all’incidente in cui hanno perso la vita due ragazze di 14 anni, Sara Panuccio e Francesca Colonnello, rimaste vittime del crollo di un costone di tufo sulla spiaggia di Cala Rossano, proprio a ridosso del punto in cui sarebbe dovuto sorgere il tunnel. L’inchiesta della Procura di Latina per accertare le responsabilità di quanto sia successo è ancora in corso. La sensibilità sul tema è altissima. Ma sembrerebbe che al comune di Ventotene siano in pochi ad accorgersene. La vicenda del progetto e del finanziamento è un vero pasticcio. Veniamo ai fatti. Nell’agosto del 2011 il piccolo Comune indice un banco di gara per la nuova viabilità dell’isola e l’eliminazione del rischio frana. Allegato al bando di gara c’è un progetto preliminare per il rifacimento della viabilità con la creazione di un tunnel da 260 metri. Il progetto però non piace all’Autorità di Bacino della Regione Lazio che sottolinea subito la necessità di tenere conto della messa in sicurezza della costa e dell’eliminazione totale del rischio frana.
Il comune è determinato ad andare avanti lo stesso. Alla gara partecipano sei imprese. Alcune di loro prevedono in modo specifico il consolidamento dell’intero costone compreso tra il porto e Cala Rossano e avanzano proposte alternative al tunnel. Ma a vincere è l’impresa SACEN-CIPA che punta la sua attenzione soprattutto sulla realizzazione del maxi tunnel. Il progetto esecutivo viene nuovamente giudicato “non ricevibile” a norma di legge dall’Autorità di Bacino del Lazio. Subito dopo arriva anche la bocciatura del Comitato Tecnico Regionale. La sicurezza del territorio è più importante di un “maledetto” tunnel.
Fonte: Il Faro, La Notizia, Il Messaggero, H24 Notizie
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