Ventotene: oltre ogni decenza!

Giuseppe Assenso

«Alunne morte. Colpa dei prof»

Non dovevano portarle a Cala Rossano. Se Sara e Francesca sono morte schiacciate dal masso è anche un po ‘ colpa dei professori, che accompagnarono la scolaresca della media Anna Magnani, in gita scolastica a Ventotene, sulla spiaggia dove c’erano segni evidenti di precedenti crolli. E il ministero della Pubblica Istruzione deve accertare le responsabilità dei docenti. Colpo di scena. Il comune di Ventotene tira in ballo la scuola romana di Morena. Sembra uno scaricabarile. Ma è la sintesi del documento con cui l’amministrazione Pontina risponde alla richiesta di risarcimento danni di una delle famiglie delle due vittime del crollo: i genitori e il fratello di Sara Panuccio, 13 anni, seppellita dal masso staccatosi dal costone di tufo il 20 aprile 2010. Con lei morì Francesca Colonnello, 14 anni. Ferita Athena Raco. «L’itinerario della giornata non prevedeva che gli alunni dovessero scendere sulla spiaggia di Cala Rossano scrivono gli avvocati Michele Saponaro e Anna D’Auria nella “comparsa di costituzione e risposta con chiamata in causa” alla sezione distaccata di Gaeta del Tribunale  civile di Latina. Nell’area «sono chiaramente visibili i resti di precedenti crolli», «non dovevano posizionarsi sotto un masso sporgente dalla parete rocciosa» e il «comportamento» «doveva essere impedito da parte di chi esercitava la vigilanza sui minori». Per questo motivo gli avvocati chiedono «di essere autorizzati di chiamare in causa il ministero della Pubblica Istruzione e/o l’Avvocatura dello Stato per accertare e dichiarare le responsabilità di insegnanti e guide». «È un attacco per difendersi, ma è lo stesso vergognoso» commenta il prof. di educazione fisica Paolo Caprasecca, uno dei quattro insegnanti con la scolaresca in gita. Domani Caprasecca sarà a Ventotene nel secondo anniversario della tragedia. «Ma non stringerò la mano al sindaco, non ho mai ascoltato una frase di pentimento». Per Alessandra Raco, madre di Athena, sopravvissuta al crollo, «è un autogol» perché, spiega, «si ammette di sapere che la spiaggia era pericolante. Ma non c’erano. cartelli». «Se passa la linea di deresponsabilizzazione dell’amministrazione – dice il papà di Sara, Bruno Panuccio, rappresentato dai legali Franco Pascucci e Massimiliano Capuzzi, sarà una sconfitta più che per le famiglie delle ragazze per i cittadini tutti, la certificazione del non obbligo dì tutela delle vite altrui da parte degli amministratori pubblici». Lunedì udienza preliminare davanti al gup Guido Marcelli: deve decidere sul rinvio a giudizio o il non luogo a procedere per il sindaco Giuseppe Assenso, l’ex Vito Biondo, il capo area tecnica Pasquale Romano e Luciano Pizzuti del Genio civile.

Fonte: Il Tempo

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5 risposte a Ventotene: oltre ogni decenza!

  1. Antonio scrive:

    TUTTO IL MONDO E’ PAESE!
    Quali interessi si sarebbero bolccati per Cala Rossano?

    CittàdellaSpezia
    quotidiano online
    30 Settembre 2010
    Aldo Cosentino è risultato indagato in qualità di direttore generale del ministero dell’Ambiente con l’accusa di corruzione assieme a Emilio Brogi, capo della segreteria di Matteoli e al funzionario della Ue, Riccardo Menghi. Più comunemente l’affare si chiama “Europaradiso”, il megavillaggio turistico che doveva sorgere lungo la costa crotonese, alla foce del Neto, e per il quale sarebbero stati corrotti funzionari del comune di Crotone. Da lì l’intervento del ministero dell’Ambiente.
    All’epoca dei fatti, cinque anni fa, a capo della segreteria del ministro Matteoli c’era Emilio Brogi. Secondo il pm Bruni, lui e il direttore generale del ministero dell’Ambiente, appunto Aldo Cosentino, si sarebbero mossi per impedire che la Ue dichiarasse quell’area “zona di protezione speciale”, come chiedeva la Regione Calabria, bloccando la realizzazione di “Europaradiso”.Lo scorso marzo sono stati tutti assolti nell’ambito del processo scaturito dalle inchieste antimafia “Eracles” e “Perseus” della Polizia di Stato di Crotone e della Dda della primavera e dell’autunno 2008.

  2. marco scrive:

    E’ la solita e ripetitiva vergogna all’Italiana maniera. Sapere che in quella parte dell’isola c’era un pericolo di crollo e non aver fatto nulla per segnalarlo vuol dire che chi ci dovrebbe garantire la sicurezza non e’ in grado di farlo, allora e’ meglio che stia a casa almeno non provoca danni a nessuno. Massima solidarieta’ per i genitori e per i professori sperando che la giustizia colpisca nel modo giusto e facendo finalmente capire l’importanza di essere un primo cittadino. Vergogna

  3. VINCENZO scrive:

    La legge sull’ambiente parla chiaro.
    E allora come si può andare avanti se la legge non è rispettata neanche dal sindaco e uffico tecnico?
    Ma sono istituzioni o altro?

    D. Lgs n°152/2006 (Codice dell’ambiente)
    Il TU sull’ambiente all’art. 311 com. 1, individua il titolare delle azioni di risarcimento del danno nello Stato, attribuendo la legittimazione ad agire solo al Ministero dell’Ambiente.
    Tuttavia, all’art. 309 viene previsto che “le regioni, le provincie autonome e gli enti locali …, nonché le persone fisiche o giuridiche che sono o che potrebbero essere colpite dal danno ambientale … possono presentare al Ministro dell’ambiente … denunce e osservazioni, … concernenti qualsiasi caso di danno ambientale o di minaccia imminente di danno ambientale e chiedere l’intervento statale a tutela dell’ambiente”.
    Art. 310: “I soggetti di cui all’art. 309, com.1, sono legittimati ad agire … per il risarcimento del danno subito a causa del ritardo nell’attivazione, da parte del medesimo Ministro, delle misure di precauzione, di prevenzione o di contenimento del danno ambientale”.
    Art. 313 com.7: “resta in ogni caso fermo il diritto dei soggetti danneggiati dal fatto produttivo di danno ambientale, nella loro salute o nei beni di loro proprietà, di agire in giudizio nei confronti del responsabile a tutela dei diritti e degli interessi lesi”.
    L’art. 311 com.2, depone, invece, per un criterio di attribuzione della responsabilità basato sulla colpa.
    In base ad esso, integra gli estremi della fattispecie la realizzazione di un fatto illecito di natura dolosa o colposa, in forma attiva od omissiva, in violazione di legge, di regolamento o provv.to amm.tivo, oppure commesso con negligenza, imperizia, imprudenza.
    QUINDI
    Il profilo della responsabilità viene allargato alla colpa generica, non ancorata cioè alla sola violazione di una norma o di un provvedimento espressamente posti a violazione dell’ambiente;
    Con ciò l’illecito viene modellato sull’art. 2043 c.c. ed anche il danno ambientale diventa illecito “atipico”, relizzabile, dunque, con qualsiasi condotta dolosa o colposa.
    Il sindaco non è un cittadino qualsiasi, non dimentichiamolo, è responsabile della salute pubblica. E’ bello godere degli allori e benefici di ruolo, solo quelli che piacciono, quando poi si tratta di rispondere di atti gravi e penali allora ogni via è buona per scappare.
    La prima difesa è stata che non c’erano pericoli in zona, poi al contrario.
    Non dimentichiamo la foto del 2005 di Folco Quilici e Luca Tamagnini negli “Annali ” di Photoatlante editore sull’isola che fotografa la zona del crolllo transennata per pericolo.Un’ immagine utile per la Procura di Latina, una prova oggettiva che sconfessa le difese dei pavidi.

  4. Flora scrive:

    SONO SEMPLICEMENTE IGNOBILI E VIGLIACCHI.
    Eredi dei disvalori della loro famiglia d’origine che han fatto fortuna sempre sulle disgrazie degli altri.
    Boicottiamo il turismo a Ventotene, le istituzioni scolastiche devono cancellare questa meta dai programmi istruttivi.
    Attualmente quest’isola è il simbolo della decadenza dei tempi, è un concentrato di illegalità, non alimentiamo con i nostri soldi puliti le casse di gente solamente bramosa, pericolosa e …………………..
    Vediamo se qualche onesto dell’isola si dissocia da simili difese, diversamente siete tutti colpevoli di omicidi bianchi.
    Un caro ricordo a Sara e Francesca, solidarietà con i familiari ed anche con gli insegnanti .

  5. G. Ferrillo scrive:

    E’ semplicemente vergognoso che l’amministrazionecomunale risponda in questi termini. La colpa non è dell’incuria di un’amministrazione che non tiene conto delle problematiche del proprio territorio ma di chi aveva scelto Ventotene come meta.
    Dovrebbe bastare solo questo per far si che nessuno mai più vada in vacanza in questo posto. Ed è quello che mi auguro.

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