Crolla un costone dell’isola di Ventotene, ma le misure di sicurezze in vigore sull’isola dopo il drammatico incidente del 2009 hanno evitato che la frana potesse mutarsi in tragedia. Nessun ferito, dunque, sull’arenile sotto la costa tra Cala Nave e la punta dell’isola, poco oltre Cala Battaglia, dove tonnellate di roccia sono cadute mercoledì 17 agosto intorno alle 11: l’intera area è interdetta ai bagnanti e i noleggiatori di barche hanno subito avvertiti il porto e la Capitaneria di Gaeta.
IL PIANO ANTI DISSESTO – Sull’isola è in vigore un piano di interventi per la messa in sicurezza delle parti più franose del perimetro costiero. Proprio nella zona del crollo di mercoledì, tre anni fa, era franato un intero costone montuoso, ma anche in quel caso non c’erano state conseguenze per bagnanti e turisti. Oggi le imbarcazioni che fanno il giro dell’isola si tengono a debita distanza dalla costa e le guide non si stancano di avvertire i turisti che è pericoloso (e vietato) avvicinarsi alle rocce. Su queste coste soggette a dissesto idrogeologico vigilerà, a partire dall’autunno, perfino un satellite. Grazie ad un accordo tra Comune di Ventotene e Consorzio universitario Cinegeo, Ventotene, prima tra le isole italiane, si doterà di un sistema di tele rilevamento del dissesto idrogeologico reso possibile dall’utilizzo di immagini satellitari sul tipo di quelle dei Landsat e di rilevamenti radar da satelliti.
LA MAPPA DELLE ZONE A RISCHIO – Rimane da chiarire il futuro degli interventi di messa in sicurezza delle coste, dopo che i lavori intorno al Porto, alla Villa di Giulia, a Cala Nave (totalmente riaperta da fine luglio) si saranno conclusi. La Regione Lazio ha approvato un nuovo Piano di assetto idrogeologico regionale, e i tecnici regionali hanno stilato la «carta del rischio» di Ventotene. Ma gli stessi tecnici, sull’isola, non si sono mai visti: «Non hanno avuto né i mezzi economici né gli strumenti per effettuare indagini sul luogo – spiega l’ingegner Nicola Bosco, fino a pochi mesi fa consulente del Comune per il dissesto idrogeologico – quindi hanno applicato genericamente una normativa nazionale che dice che tutte le strutture entro i 30 metri dalla falesia sono a rischio».
Fonte: Corriere della Sera, H24Notizie, Libero, ADNKronos, Il Messaggero, La Repubblica, Latina 24Ore, TGCOM, Online News, Il Tempo, La Provincia, Latina Oggi, Il Faro, Roma Today, GolfoNews