Il giudice delle indagini preliminari del tribunale di Latina Laura Matilde Campoli ha rigettato la richiesta di revoca del sequestro eseguito dagli uomini del nucleo investigativo di polizia ambientale e forestale su una grotta e un rudere ristrutturato in località Punta d’Arco a Ventotene .
Il 16 aprile scorso il Nipaf, nel corso di una ispezione nella rinomata località dell’isola pontina, ha constatato le violazioni edilizie e apposto i sigilli. Le indagini degli agenti hanno, infatti, riscontrato che il proprietario era sprovvisto della documentazione richiesta, una struttura era stata realizzata in difformità dal progetto iniziale, l’altra in assenza del documento che rilascia il Comune e che consente il cambio di destinazione d’uso.
Il blitz con tanto di documentazione fotografica aerea effettuato dal Nipaf coordinato nelle operazioni dal vice questore Luciano Perotto è stato realizzato su disposizione del decreto di sequestro firmato dal sostituto procuratore della Repubblica titolare del procedimento Giuseppe Miliano. I due manufatti sottoposti a sequestro, secondo le ricerche degli investigatori appartenevano ad un noto antiquario di Roma, il quale avrebbe trasformato in civile abitazione una grotta ipogea che è classificata quale deposito. Le grotte, naturali o scavate nella roccia, sono tipiche e molto diffuse sull’isola, venivano utilizzate come depositi di derrate alimentari e attrezzature varie. All’interno, però, gli agenti del Nipaf hanno invece scoperto che era stato realizzato un appartamento con bagno, cucina e camera da letto. Una grotta adibita a casa con tanto di tunnel sotterraneo che si apriva sul costone.
Il proprietario dei sue immobili è stato denunciato per abusivismo edilizio, cambio di destinazione d’uso e violazione dei vincoli paesaggistici e naturalistici. E nonostante il tentativo di rientrare in possesso dei dei due siti sottoposti a sequestro mediante una richiesta di revoca da parte dei suoi difensori, si è visto rigettare l’istanza.
Fonte: Latina Oggi